Da Molière e Cervantes a Maurizio De Giovanni e Johnna Adams. I grandi classici del teatro e della letteratura occidentale si alternano, nella nuova stagione del teatro Signorelli di Cortona, con alcuni dei più incisivi autori contemporanei. Un cartellone scandito da interpreti come Lello Arena, Ambra Angiolini, Veronica Pivetti, Massimiliano Gallo e Stefania Rocca, che lascia spazio anche alla danza e alla comicità.
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La stagione nasce, ancora una volta, dalla fortunata collaborazione fra il Comune di Cortona, l’Accademia degli Arditi e Fondazione Toscana Spettacolo onlus. Anche nell’ultima stagione, il Signorelli ha confermato i risultati degli anni precedenti, con una media di spettatori a recita esattamente invariata: 291 presenze a sera, circa l’85% della capienza del teatro (350 posti).
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Sarà Lello Arena a inaugurare la stagione giovedì 24 ottobre – alle 21.15, come per tutti gli spettacoli – con MISERIA E NOBILTÀ (turno giallo). Il testo di Eduardo Scarpetta – reso celebre dal film con Totò del 1954 – torna ora sul palco, messo in scena da Luciano Melchionna. Che affida a Lello Arena la maschera di Felice Sciosciammocca, creata da Scarpetta e poi tramandata al figlio naturale, Eduardo De Filippo, e al nipote Luca. “In un pianeta dove i ricchi sono sempre più ricchi, grazie ai poveri che sono sempre più poveri – dice Melchionna – non ci resta che… ridere”.
Con DONCHISCI@TTE, Alessandro Benvenuti e Stefano Fresi ci portano nel mondo di Miguel de Cervantes. Lo spettacolo, in scena mercoledì 20 novembre (turno verde), è una scrittura originale che prende ispirazione dal romanzo, scagliando la simbologia di questo mito contro la nostra contemporaneità. Ora, il nostro Don, con vesti sgangheratamente complottiste e una spiritualità naif, dovrà lottare contro le menti malefiche dei giganti delle multinazionali, accompagnato da un Sancho che è insieme figlio e disorientato adepto. E se l’Amore è ancora il vento che soffia e muove, Dulcinea, intrappolata in una webcam, può svanire dolorosamente per un banale blackout.
A seguire, lunedì 16 e martedì 17 dicembre, (doppio turno), Veronica Pivetti interpreterà VIKTOR UND VIKTORIA, una commedia musicale, liberamente ispirata all’omonimo film di Reinhold Schunzel. Nella Berlino degli anni Trenta, Viktoria, talentuosa cantante disoccupata, si finge Viktor per conquistare le platee. Ma il suo fascino androgino scatenerà presto curiosità e sospetti. Tra battute di spirito e divertenti equivoci, va in scena la critica ad una società bigotta e superficiale (la nostra?) sempre pronta a giudicare dalle apparenze.
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Cibo e amore sono al centro di BELLE RIPIENE UNA GUSTOSA COMMEDIA DIMAGRANTE, in scena martedì 7 e mercoledì 8 gennaio (doppio turno). Dopo innumerevoli successi con grandi musicals, Massimo Romeo Piparo firma ora, con Giulia Ricciardi, uno spettacolo di prosa tutto al femminile con Rossella Brescia, Tosca D’Aquino, Roberta Lanfranchi e Samuela Sardo. Belle Ripiene trasforma il palcoscenico in una vera cucina in cui le protagoniste – riprese da una telecamera che permette di seguirle da vicino – preparano succulente pietanze. Ma, intanto, si confronteranno anche sul loro rapporto con gli uomini e sulle loro più o meno realizzate esistenze.
Alessandro Gassmann porta poi in scena – giovedì 30 gennaio (turno giallo) – IL SILENZIO GRANDE, di Maurizio De Giovanni. Già insieme in teatro per Qualcuno volò sul nido del cuculo, i due artisti hanno collaborato anche per la fortunata serie I bastardi di Pizzofalcone. Proprio su quel set è nata l’idea dello spettacolo, interpretato, fra gli altri, da Massimiliano Gallo e Stefania Rocca.
La storia ruota intorno a uno scrittore di successo, che sta chiuso nella sua stanza e non si accorge dello sfacelo, familiare ed economico, che si svolge intorno a lui. Segue un acceso confronto con la moglie e i figli, le cui vite sono state fortemente condizionate dall’ingombrante figura paterna.
Risate assicurate con CONTENUTI ZERO – VARIETÀ (giovedì 13 febbraio, fuori abbonamento), che mette in scena un cabaret immediato, nuovo e surreale. È una rilettura della forma classica del varietà, con l’alternanza di sketches comici e numeri musicali, proposta da un gruppo di giovani artisti in cui spicca l’attrice cortonese Valentina Cardinali. Pablo Solari dirige questa equipe di attori, musicisti e ballerini che si ispirano a Walter Chiari e Gigi Proietti, ma strizzano l’occhio anche ai Monty Python. Contenuti Zero – Varietà libera la comicità da ogni confine, facendola esplodere in ogni direzione, accompagnando intelligentemente il pubblico nel magico mondo del ridicolo e dell’assurdo.
Ambra Angiolini e Ludovica Modugno portano in scena, mercoledì 19 e giovedì 20 febbraio (doppio turno), IL NODO. Il testo, che ha reso celebre la giovane autrice statunitense Johnna Adams, sbarca ora in Italia con la regia di Serena Sinigaglia. All’ora di ricevimento di una maestra di quinta elementare, si presenta la madre di un suo allievo che è stato sospeso ed è tornato a casa pieno di lividi. È una vittima del bullismo o è lui stesso un molestatore? L’obbiettivo del difficile dialogo è sciogliere il nodo e cercare la verità. Un confronto durissimo tra due donne, che potrà dare un senso al loro dolore, allo smarrimento e al reciproco, soffocante, senso di colpa.
Non manca in cartellone un grande classico di Molière: martedì 17 marzo (turno verde) andrà in scena TARTUFO. Roberto Valerio firma la regia di uno spettacolo di cui è anche interprete al fianco di attori come Giuseppe Cederna, Valentina Sperlì, Roberta Rosignoli e Massimo Grigò. È l’opera che destò più scalpore, al suo debutto, nel 1664, quando fu censurata, ma che cinque anni dopo divenne il più grande successo di Molière. Il protagonista è l’emblema dell’ipocrisia: indossa la maschera della devozione religiosa per raggirare e tradire il suo ingenuo benefattore. Un’opera audace e contemporanea che rivela la crisi della società moderna dilaniata tra materialismo senza senso e spiritualità fanatica.
La stagione si chiude all’insegna della danza con PINOCCHIO. Mercoledì 1 e giovedì 2 aprile (doppio turno) la coreografa Patrizia De Bari, con gli artisti delle compagnie Opus Ballet e Giardino Chiuso, fa rivivere il burattino sotto una luce immaginifica e simbolica. È Virginio Gazzolo ad aprire lo spettacolo, dando voce a frammenti del Trattato delle marionette, scritto da Heinrich von Kleist nel 1810. Pinocchio viene così collocato in una lettura riconoscibile dove il “pezzo di legno” si fa anche il riflesso dell’artista. Attraverso la danza, la parola, i video e la musica, nasce un coinvolgente equilibro che trascina lo spettatore in una dimensione sospesa, coinvolgente e magica.