Per la prima volta una esposizione interamente dedicata alle tecniche di illuminazione e ai rituali connessi nell’epoca etrusca. In mostra, grazie alla collaborazione di docenti dei maggiori Atenei Italiani e di studiosi di fama internazionale, gli oggetti che testimoniano le tecniche di illuminazione naturale e gli strumenti di illuminazione artificiale usati dagli Etruschi.
Dal celebre lampadario etrusco in bronzo già custodito nelle sale del MAEC, stupefacente e prezioso strumento di illuminazione artificiale antica, all’eccezionale prestito dal Mann di Napoli: una statua ritrovata a Pompei rappresentante un efebo, cui è dedicato uno speciale allestimento nella sala dei Mappamondi. La statua in bronzo è alta circa un metro e mezzo e rappresenta un adolescente con un candelabro che svolgeva il ruolo di accoglienza per gli ospiti illustri nelle dimore dell’antichità.
Una intera sezione è dedicata ai sistemi di illuminazione collegati alla cultura nuragica, sviluppata nella Sardegna preromana, ed una sezione, particolarmente ricca, è riservata ad alcune delle più prestigiose realizzazioni rinvenute nella città di Pompei – legata al mondo etrusco da antichi vincoli di dipendenza – fra cui una splendida statua di efebo lampadoforo rinvenuta integra in una ricca dimora di via dell’Abbondanza.
Le tematiche cardine: La “luce divina” | la luce naturale e le tecniche per un’illuminazione ecologica e naturale degli ambienti | le tecniche di illuminazione artificiale attraverso gli strumenti in bronzo, ferro o ceramica.
Il progetto favorisce un notevole avanzamento nel campo della conoscenza della società etrusca in ambito internazionale ma soprattutto permette al grande pubblico di conoscere i modi e i tempi con cui i nostri avi illuminavano le loro abitazioni in modo ecologico ed ecosostenibile attraverso l’uso di risorse rinnovabili, invitando i visitatori ad una profonda riflessione sui temi dell’ecologia mondiale. Uno spazio ampio e dettagliato è rivolto alla didattica, con modelli tridimensionali ed effetti suggestivi inseriti in una «stanza immersiva» con l’utilizzo della realtà aumentata e una copia del lampadario etrusco interattivo che permette di conoscere in modo innovativo alcuni degli aspetti di questo importante reperto.
«La mostra ‘Luci dalle tenebre’ è anche una nuova occasione per celebrare il legame fra gli Etruschi e Pompei – dichiara l’assessore alla Cultura, Francesco Attesti – per questo ringraziamo il direttore del Mann, Paolo Giulierini, con cui abbiamo fattivamente collaborato. Dopo la riapertura del nostro museo, adesso è il momento di guardare avanti – prosegue Attesti – e lo facciamo con audacia, perché programmare una mostra in un periodo ancora non facile è senza dubbio una sfida, una sfida che dobbiamo vincere per il rilancio del nostro territorio attraverso politiche culturali e turistiche».
«È una straordinaria occasione per celebrare la ripresa delle attività culturali che sono state fortemente colpite – assieme alla vita sociale ed economica, oltre che sanitaria – dalle limitazioni alla fruizione di musei, biblioteche e più in generale tutti i luoghi nei quali si vive l’esperienza culturale del nostro Paese» dichiara il vice lucumone dell’Accademia Etrusca, Paolo Bruschetti. «È anche l’occasione per riprendere un discorso interrotto ormai da alcuni anni, che vede protagonista la nostra città con l’offerta di occasioni di grande rilievo internazionale. Ed è infine un mezzo per riproporre Cortona come meta di un percorso nazionale che tanti visitatori apprezzano e condividono con noi. Non dimentichiamo infine che fra pochi anni saranno compiuti i tre secoli di vita e di attività dell’Accademia».
«Accanto al nostro celebre Lampadario, altri reperti si uniranno provenienti dai più prestigiosi Musei etruschi, in particolare da Firenze, Perugia, Tarquinia, Villa Giulia di Roma per lanciare un segnale significativo di vita nuova e di speranze per il futuro dell’umanità – dichiara il presidente del Comitato tecnico del MAEC, Nicola Caldarone. – Il passaggio da una stagione fredda e buia a un’altra radiosa era salutato già nell’antichità con le suggestive celebrazioni della fiamma, auspichiamo che questo passaggio possa avvenire al più presto possibile, rispetto al difficile momento che stiamo vivendo».
«Siamo orgogliosi di poter offrire ai visitatori di Cortona una mostra di alto livello – dichiara il sindaco Luciano Meoni – si tratta del primo importante evento culturale dopo questi mesi difficili che ci hanno costretto a far slittare questo evento. Non tutto il male vien per nuocere, come in questo caso, infatti la mostra si presenta ancora più ricca rispetto a quanto era stato previsto nel 2020».
L’iniziativa si avvale della collaborazione degli Uffici periferici del Ministero della Cultura, in primis le Direzioni Regionali dei Musei delle varie regioni cui fanno capo i Musei prestatori, e le Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio territorialmente competenti. In particolare si desidera rammentare la Direzione Regionale della Toscana e la Soprintendenza ABAP delle province di Siena, Arezzo Grosseto, da sempre legate a Cortona e al MAEC e attive nella promozione delle varie attività proposte dal Museo. L’iniziativa si avvale inoltre della collaborazione della Fondazione Luigi Rovati (Monza) attiva nella promozione e valorizzazione dei beni culturali, artistici e storici e nel sostegno e nella promozione della ricerca scientifica.
INFORMAZIONI:
Sede:
Periodo: Orari:
MAEC
Palazzo Casali, piazza Signorelli | 52044 Cortona
dal 5 giugno al 12 settembre 2021 Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00
Biglietto ingresso al MAEC e alla mostra:
Intero € 10 | Ridotto € 7 (scontistiche elencate nel sito www.cortonamaec.org) | Scolaresche € 3
Biglietto cumulativo MAEC mostra e MAEC parco:
Intero € 13 | Ridotto € 8