Dalle Olimpiadi al Palio e ritorno. La mattina accendi la radio per ascoltare Tokyo 2020 e si sente una voce familiare: è Daniele Masala. L’Olimpionico e pentatleta italiano l’abbiamo conosciuto a Castiglion Fiorentino dove ha vestito i panni del mossiere al Palio dei rioni dal 2016 al 2018.
Ai microfoni di Radio Uno, insieme a Stefano Pantano, Masala è la voce esperta che mette in fila e riordina tutte le considerazioni che scivolano via, come si conviene, durante una trasmissione radiofonica in diretta. Sono anni che Masala svolge questo ruolo, il suo è un compito fondamentale: è una sorta di wikipedia delle Olimpiadi, conosce moltissimi sport e un sacco di addetti ai lavori. Masala ha ottenuto molte medaglie nella sua carriera sportiva, è stato Bronzo a Barcellona 1992. Con il suo fare sobrio ed equilibrato ci porta a spasso da una disciplina olimpica all’altra con competenza ed equilibrio.
«Gli atleti italiani stanno andando molto bene – ci dice da Tokyo prima di iniziare la trasmissione – stiamo prendendo tante medaglie, non molte d’oro, ma va comunque bene. C’è molto da lavorare sugli sport di squadra, basti pensare che ci sono degli ambiti dove proprio non compariamo, penso all’hockey, alla pallamano, alla pallanuoto femminile, credo sia giusto fare un discorso più corale e aiutare di più queste federazioni».
Masala a Castiglion Fiorentino ce lo ricordiamo alla gestione del canape del Palio, due edizioni di fila da mossiere. Nel 2016, dopo oltre 10 partenze annullate, andò in onda il «palio al buio», negli anni successivi i fantini gli crearono meno problemi. Nel 2019 a piazzale Garibaldi arrivò un nuovo mossiere, Antonio Gagliardi, adesso siamo al secondo anno di astinenza da palio e ogni pretesto ci sembra buono per tornare a parlarne: «Con il mondo dei palii – dice Masala – ho chiuso, ho un bel ricordo di Castiglion Fiorentino e della sua gente, ma quando fai il lavoro che facevo io alla fine scontenti i 2/3 della popolazione».
A Tokyo che atmosfera si respira? «Meglio di quella che si leggeva prima di arrivare – racconta il commentatore – la situazione è simile a quella che ho lasciato in Italia, qua c’è molta attenzione e ci sono meno polemiche, la gente rispetta le regole».