Paolo Giulierini, cortonese doc classe 1969, ha amato fin da piccolo l’antichità e le civiltà del passato. Crescendo ha approfondito questo suo interesse di studio laureandosi in “Etruscologia”. Il suo percorso universitario ha avuto luogo nella città di Firenze con una Laurea in Lettere classiche con indirizzo Archeologico e una specializzazione in Archeologia classica sempre con indirizzo etruscologico.
Spostandosi da una struttura all’altra, anche e soprattutto per motivi di studio, nel 2001 è diventato direttore del museo MAEC e dell’Accademia Etrusca della città di Cortona, fino al 2014. “Per me è stato un grande onore servire la mia città natale, cercando soprattutto di conoscere ancora più affondo la sua storia”. Negli anni cortonesi, Paolo Giulierini, ha visto crescere e plasmare la nuova area del museo MAEC e del parco archeologico del Sodo, ma non solo. Infatti sotto il suo direttivo, il prestigioso museo dell’accademia etrusca ha ospitato anche 3 mostre con manufatti provenienti da museo conosciuti in tutto il mondo, come l’Ermitage, il Louvre e il British Museum.
Cosa ha provato quando ha lasciato la sua amata Cortona?
“Nel 2014 sono andato via con un forte malincuore, soprattutto vista la nuova sfida che mi sono trovato davanti: essere il nuovo direttore del MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli). Quando sono arrivato nel “nuovo” museo l’impronta era ancora quella tradizionale e molti reperti erano lasciati nell’ombra e non valorizzati. Quello di cui c’era bisogno era si una modernizzazione ma stando sempre legati al glorioso passato”. Così Paolo Giulierini si è prefissato questo obiettivo, quello di dare un tocco di modernità, in linea con l’antico, e a riconsegnare il MANN alle antiche glorie che l’hanno reso importante in tutto il mondo.
La vita è fatta di cambiamenti, come dicono tutti, com’è stato il trasferimento in una realtà come il MANN?
“I social hanno influito fortemente in questa “versione 2.0” del MANN. Infatti nel museo è stato inserito un cinema. Abbiamo voluto presentare l’idea di un museo tradizionale, antico ma che si vestiva con una nuova veste, perfettamente in linea con il nuovo mondo e le nuove generazioni che si relazionano con il mondo antico. E’ stato realizzato anche un videogame sul nostro museo che deve essere un luogo di incontro dove confrontare le proprie idee senza pregiudizi o scontri, ma solo ascoltando l’uno l’opinione dell’altro. Stare al passo con i tempi è la nuova sfida che si trovano ad affrontare tutti i musei. Nel 2019, dopo 5 anni dove registrava un basso tasso di visite, siamo arrivati a toccare 700.000 visitatori. Certo, ora ci stiamo riprendendo, e la cosa che fa più piacere è vedere un sacco di giovane girare all’interno del museo” afferma Paolo Giulierini.
In un momento storico come questo, scosso da una miriade di evemti, quale può essere il metodo migliore per avvicinare le giovani menti a quello che è il “Tempio delle Muse”?
“Il museo deve stimolare la mente, per questo cerchiamo anche di promuovere un sacco di mostre “moderne” che vadano in contrasto con l’antico. Lo scopo è quello della riflessione. L’antico, in questi tempi bui, ci aiuta anche a non ricadere negli orrori del passato”.
Le manca Cortona?
“Napoli mi ha accolto, ma Cortona rimarrà sempre cara al mio cuore. Le collaborazioni con il museo MAEC ne sono una prova lampante. Non bisogna mai dimenticare le proprie radici”.
Quale sarà la prossima sfida?
“Dopo il mio libro “Stupor Mundi” sto lavorando a un nuovo volume che parte da 30 oggetti che si trovano al MANN ma che attraverso i quali si può rivivere la storia di una civiltà intera e anche dei collegamenti con la realtà attuale che stiamo vivendo, mettendoli in contrapposizioni per così dire. Continuerò a scrivere libri certamente.
Un messaggio per i nostri lettori?
“I giovani non devono mai smettere di arricchirsi di cultura, è solo un investimento per il loro futuro e per i più grandicelli consiglio di non prendersi troppo sul serio, nessuno è migliore o più forte di un altro. Questo è un pensiero che ci lascia il mondo antico, quindi è sempre bene seguire la strada già seminata”.
Martina Concordi