La presa di posizione di Porta Romana nei confronti del Cassero lascia piuttosto perplessi, sempre che quanto riportato nei giorni scorsi dai giallorossi fosse riferito a noialtri, piuttosto che all’operato dell’Ente Palio.
Ci pare tutto abbastanza confuso per la verità: l’amaro in bocca per l’annullamento della Corsa da una parte, la convinzione di non voler prender parte ad un Palio “a tutti i costi” dall’altra.
Il Palio della terza domenica di giugno è stato annullato ALL’UNANIMITA’ dai tre rioni in data 25 marzo 2021; a fine marzo si sarebbero registrati 17.455 contagi e 529 decessi per Covid. Era la cosa giusta da fare.
L’ulteriore data del 22 agosto è stata anch’essa annullata, SEMPRE ALL’UNANIMITÀ dei rioni, in seno all’Ente Palio, il 22 giugno successivo: la proroga dello stato di emergenza sanitaria, che avrebbe comportato una Festa di restrizioni, obblighi, divieti, aveva convinto tutti del fatto che non si voleva un Palio che tale non sarebbe stato.
Porta Romana glissa sulle questioni economiche, burocratiche e di responsabilità che ruotano attorno all’organizzazione di un evento come questo, ma tutte queste questioni divengono focali se ci si trova nel mezzo di una pandemia mondiale. Tutto sommato, non comprendiamo neppure l’”ammirazione” che i giallorossi riservano alla Giostra del Saracino da poco conclusa: forse dimenticano che – almeno sulla carta – ad Arezzo sono state applicate ampie modifiche e restrizioni. Glissiamo, questa volta noi, sullo strascico di polemiche seguite poi alla Giostra.
Se, come dice Porta Romana, fermarsi un anno non significa fermarsi per sempre, ci teniamo a ricordare che noi abbiamo tentato di non arrestarci proprio. Il Rione ha cercato di mantenere vivo il proprio tessuto sociale, e se ci sono state delle proposte non sfociate positivamente forse, più che puntare il dito nei nostri confronti, bisognerebbe guardare a come si lavora all’interno delle singole commissioni dell’Ente Palio e a come queste vengono dirette.
Di certo non accettiamo lezioni sull’entusiasmo rionale.
Infine, giungiamo alla terza data proposta da Porta Romana: ottobre 2021.
Sarebbe stato comunque un Palio monco, senza eventi a fare da corollario nella settimana precedente, o comunque ristretti, con una cena propiziatoria dimezzata nei suoi partecipanti, con ingressi alla Corsa diminuiti drasticamente, senza festeggiamenti, senza popolo, senza festa… senza Palio.
Correre il Palio ad ottobre significa avere poche ore di luce a disposizione, e quindi creare un corteggio storico in rincorsa – seppur limitato – e far competere cavalli che nella maggior parte dei casi hanno saltato tutto gli appuntamenti palieschi dell’anno.
Dunque: è stato fatto il possibile per salvare il Palio di Castiglioni?
Lo abbiamo salvato e preservato, il Palio è del Popolo e a questo deve rimanere. Il Palio non è un evento elitario e noi ne siamo responsabili. Cedere ad una corsa rimaneggiata significa mancargli di rispetto.