È stata la mostra della ripartenza, ha accompagnato gli appassionati di arte e archeologia fino a domenica scorsa: «Luci dalle tenebre» ha chiuso con oltre 11 mila visitatori. Un successo non scontato quello ottenuto dalla esposizione dedicata alle tecniche ed ai rituali di illuminazione nell’antichità, come recita il sottotitolo «Dai lumi degli Etruschi ai bagliori di Pompei». Proprio stamani il simbolo della mostra ha fatto ritorno al Museo archeologico nazionale di Napoli, la statua dell’Efebo e altri mirabili reperti hanno ripreso la via del ritorno nei rispettivi musei. Va ricordato infatti che oltre ai prestiti provenienti dal museo partenopeo, diretto dal cortonese Paolo Giulierini, questa esposizione ha potuto beneficiare di una rete di partnership con poli archeologici toscani, laziali e sardi.
Sabato scorso è stato il lucumone dell’Accademia Etrusca, Luigi Donati, a tirare le conclusioni durante il convegno finale annunciando il superamento degli undici mila visitatori a partire dal 5 giugno. Con Donati, soddisfazione è stata espressa da tutta l’Accademia Etrusca, in particolare dal segretario Paolo Bruschetti e da Vittorio Mascelli, curatori dell’iniziativa e del catalogo.
Anche Nicola Caldarone, presidente del Comitato tecnico del Maec e l’assessore alla Cultura del Comune di Cortona, Francesco Attesti hanno sottolineato come questa mostra abbia avuto più meriti: per il fatto di aver contrassegnato la ripartenza dei grandi appuntamenti culturali, ma anche per aver colmato un vuoto nel panorama archeologico nazionale, ovvero di aver messo a confronto un tema, quello delle tecniche e dei rituali dell’illuminazione nell’antichità, che finora non era stato mai trattato in maniera così esaustiva.
«Esprimiamo soddisfazione per il successo di questa manifestazione – ha dichiarato il sindaco Luciano Meoni – vorrei ringraziare l’assessore alla Cultura Attesti, Paolo Giulierini che ha dato un grande contributo come l’Accademia Etrusca e il Comitato tecnico del Maec. Sono stati premiati la pazienza, il coraggio e la determinazione con cui abbiamo organizzato questa mostra. Sono tre elementi che connotano la nostra azione per i progetti futuri per il museo e per la nostra città, basti pensare all’ultima inaugurazione delle nuove sale ‘Gino Severini’ ed ai progetti che sono già in campo per i prossimi investimenti».