Arezzo è una provincia per giovani? Dal lavoro al tempo libero, i numeri ci dicono di no

di Luca Amodio


Arezzo è una provincia per giovani? Ecco cosa ci dicono i numeri.

Secondo il Sole 24 Ore, la nostra provincia è 89esima su 107 province per qualità di vita dei giovani tra i 18 e il 35 anni. In totale sono 12 sono gli indicatori che vengono utilizzati per questo report: si va dalla percentuale di laureati su abitanti fino al quoziente di nuzialità passando per la diffusione di centri sportivi ma anche di eventi e concerti. Ecco la posizione per ogni voce.

 

Curioso – e importante per comprendere come e perché vengano orientate certe misure politiche – è anche  mettere in evidenza come i giovani siano demograficamente in minoranza rispetto gli anziani. Sempre secondo il Sole, la variazione tra maggiorenni under 35 e over 65 è del -35% nel territorio aretino.

Ma veniamo al mondo del lavoro. Dai dati fornitoci dalla Camera di Commercio Arezzo-Siena, il tasso di occupazione giovanile ha toccato il 36% nel 2020: la metà rispetto la percentuale di occupati in generale.

E se si va nel dettaglio il tasso di occupazione giovanile femminile è attualmente più di 10 gradini sotto quello maschile. Evidentemente, il problema delle pari opportunità rimane tangibile nel nostro territorio. È bene tuttavia ricordare che questa voce ci esprime il rapporto tra gli occupati e la popolazione di riferimento che, evidentemente, tiene dentro anche coloro i quali sono ancora tra i banchi di scuola e dunque non in cerca di un impiego.

 

E allora esaminiamo anche il tasso di disoccupazione, che esprime invece il rapporto tra la popolazione in cerca di lavoro e le forze di lavoro, e forse  appare forse più significativo ma, ahimè, non meno triste: nel 2020 è del 18,5% rispetto ad un 7,5% generale; una forbice di 11 gradini che, nel 2019, era di soli 3 punti percentuali. I dati dicono questo insomma: i giovani sono coloro i quali hanno pagato di più in termini occupazionali, l’emergenza sanitaria.

Confortante, si fa per dire, è notare come  rispetto le altre crisi vissute dal nostro paese – quella politica monetaria degli anni ‘90 e quella finanziaria dei debiti sovrani – questa volta la provincia vede un’impennata della disoccupazione giovanile più modesta.

Altro dato interessante:secondo un’analisi del Sole 24 ore (2018), a un neo laureato aretino servirebbero in media 28 anni e 6 mesi per raggiungere quello che ha guadagnato una persona senza Laurea che ha iniziato subito a lavorare. A Milano e Roma bastano poco più di 9 anni.

 

Nota: i dati del primo grafico sono stati estrapolati dal lab24 del Sole24ore, mentre gli altri sono una elaborazione dei numeri forniteci dalla Camera di Commercio.