Sabato 24 settembre si è tenuta la cena della vendemmia presso le cantine dell’azienda vinicola Icario. L’evento è stato un’occasione per raccontare l’importante progetto di integrazione sociale realizzato dall’associazione L’Arca di Monte San Savino, un progetto che ha permesso ai ragazzi disabili del centro comunale L’Arca di lavorare alla vendemmia nelle vigne di Icario, fianco a fianco agli agricoltori.
Il progetto è finanziato da Tools for Life Foundation, una fondazione che appartiene alla famiglia Rothenberger, che è anche proprietaria di Icario winery. La famiglia si mostra dunque particolarmente sensibile alle tematiche legate all’inclusione e all’integrazione dei soggetti con disabilità. Queste le parole di Helmut Rothenberger, owner di Icario: «È nostra intenzione, mia e della mia famiglia, integrare tutte quelle persone che purtroppo non hanno i benefici di una vita normale. Per noi è un enorme piacere e ci sta dando grandissima soddisfazione poter contribuire in qualche modo al loro benessere.»
Cristina Del Novanta è la responsabile coordinatrice del centro comunale L’arca, e ci racconta così il progetto: «Siamo stati veramente fortunati a trovare questa azienda che ha un cuore grande e che ci ha permesso di realizzare un progetto di vera inclusione. Questo è il secondo anno che riusciamo a fare la vendemmia qui ad Icario: i ragazzi hanno vendemmiato e hanno seguito tutto il processo fino all’imbottigliamento e alla realizzazione di un’etichetta con un loro disegno. Questa sera presentiamo il nostro vino che verrà venduto e il ricavato permetterà di continuare questo importante lavoro.»
Icario ha, dunque, accolto a braccia aperte il progetto e il general manager dell’azienda, Luigi Pagoni, ha voluto sottolineare il significato di questo impegno: «Questo progetto ha un valore particolare, perché permette di far vivere ai ragazzi con disabilità la normalità. Abbiamo voluto fargli percepire che apportano un valore aggiunto, perché il vero goal è l’integrazione totale, che si realizza quando realmente la persona disabile non percepisce più la sua disabilità.»