“Una conversazione sulla sessualità femminile”, il convegno della dottoressa Bittoni alle Santucce
“Studio la #sessualità femminile e voglio portare la ricerca fuori dalle aule universitarie”. Parla Celeste Bittoni, castiglionese classe 97, dottoressa in psicologia e adesso ricercatrice all’#università di #Padova dove con il suo team ha deciso di condividere anche fuori dal mondo accademico le conoscenza maturate nel loro ambito di ricerca. È per questo che con la sua squadra ha inaugurato una pagina Instagram per divulgare la conoscenza in tema di Sessualità: proprio su quelle piattaforme dove si sviluppa la nuova informazione ma anche tanta #disinformazione.
Ma non finisce qui. Perché accanto alle modalità 2.0 di #comunicazione ci saranno anche i tradizionali incontri. Ed ecco che sabato alle 17:30 all’Auditorium Le Santucce di #CastiglionFiorentino la dottoressa Bittoni curerà un incontro sul piacere sessuale femminile.
Bittoni studia la sessualità con un approccio multidisciplinare, cercando di “rivoluzionare” gli studi italiani che circoscrivono la materia solo da un punto di vista della #psicologia clinica. “Ho sempre voluto coniugare più approcci, da quello #biologico clinico a quello #psicologico e sociale, solo così si può comprendere la complessità dei comportamenti sessuali”. “Nel mio team di ricerca siamo 15 persone – continua – e adesso stiamo indagando la risposta e le #preferenzesessuali durante il #ciclomestruale grazie ad un questionario che somministriamo quotidianamente per due mesi alle partecipanti”.
Ma, come detto, la giovane ricercatrice castiglionese non vuole che i suoi studi rimangano trincerati tra le mura dell’Università, anzi vuole divulgare al grande pubblico la conoscenza in ambito sessuale, “è una disciplina la cui conoscenza è fondamentale e di interesse generale ma purtroppo c’è tanta ignoranza, soprattutto veicolata dal web”. È questo il motivo per cui la Bittoni ha lanciato la pagina Padova Sex Lab, “è un profilo Instagram dove con la mia squadra divulghiamo le conoscenze in materia, così che tutti possano formarsi in ambito di educazione sessuale. E poi è un modo per raccontare come funziona la #ricerca – e la vita dei #ricercatori – in Italia”.