Lunedì 30 gennaio, alle 11, al Teatro “Mario Spina” la compagnia Politheater porterà in scena “Bubikopf” in una matinée dedicata alle scuole, ma aperta a tutta la cittadinanza.
Uno spettacolo teatrale che parla di arte, libertà e sacrifici. È con questa iniziativa che il Comune di Castiglion Fiorentino vuole ricordare il Giorno della Memoria, rivolgendosi direttamente anche al mondo dei giovani e delle scuole. In occasione della giornata istituita per commemorare le vittime dell’Olocausto, lunedì 30 gennaio, alle ore 11, al Teatro comunale “Mario Spina” andrà, infatti, in scena “Bubikopf, tragedia comica per pupazzi”, il pluripremiato spettacolo della compagnia italiana Politheater che vanta la regia internazionale dell’australiano Neville Tranter, uno dei maestri mondiali del teatro di figura.
Un’innovativa e sorprendente produzione teatrale che fonde la poesia e la magica sensibilità del suo allestimento con la potenza di una storia che narra di ambizioni artistiche e minacce politiche, riportando il pubblico indietro nel tempo, a quel periodo storico in cui il cabaret tedesco ha raggiunto il suo apice. Lo spettacolo, recitato con la tecnica dei pupazzi mossi a vista dagli attori Silvia Fancelli e Damiano Augusto Zigrino, racconta le vicende di Bubi, una talentuosa cantante di strada, e di Hullo, il capocomico di una piccola compagnia di cabaret che cerca di sopravvivere a un’epoca molto difficile, in cui la vita degli artisti è costantemente messa in pericolo dalla rapida e violenta ascesa di un gruppo armato reazionario.
Pensata per promuovere, con le giovani generazioni, una riflessione su una delle più terribili pagine della storia contemporanea, la matinée teatrale vedrà la partecipazione delle classi prime e seconde del Liceo “Giovanni da Castiglione” di Castiglion Fiorentino. Lo stesso evento sarà, comunque, aperto a tutta la cittadinanza e a ingresso gratuito. “Abbiamo ritenuto – dichiara l’assessore alla Cultura, Massimiliano Lachi – che affidare la narrazione di una memoria così importante al linguaggio teatrale e, soprattutto, a una rappresentazione di livello come quella del Politheater potesse essere un modo diverso, e forse più efficace, per tenerla viva, andando oltre qualsiasi tipo di retorica.”