Nella tarda serata di ieri, alla Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Arezzo, pervenivano diverse segnalazioni da parte di alcuni cittadini preoccupati dalla presenza di cacciatori di frodo dediti ad attività venatoria abusiva nei pressi di un laghetto nelle campagne di Rigutino, in località Manziana.
I Carabinieri della Stazione di Arezzo, con più pattuglie, si portavano nell’area segnalata e dopo un breve appostamento, riuscivano a localizzare e sorprendere sul fatto un uomo che in possesso di un’arma da fuoco artigianale, aveva appena abbattuto un germano reale.
I militari verificavano che l’arma era stata costruita legando un tubo in ferro ad un telaio in legno che fungeva da cassa. La cartuccia, cal. 410 a pallini, era inserita nell’estremità filettata della canna per poi essere chiusa e bloccata con una culatta costituita da un tappo idraulico in acciaio attraversato da una vite, resa appuntita con una mola ed ammortizzata da molla che fungeva da percussore.
Una volta fissato il telaio in legno su un supporto fissato a terra e puntata l’arma verso il bersaglio in questo caso lo sventurato pennuto, il cacciatore di frodo con un martello di legno percuoteva violentemente la vite causando l’esplosione della cartuccia.
L’arma artigianale, le cui caratteristiche costruttive la rendevano estremamente pericolosa per l’utilizzatore, è stata sequestrata insieme alle cartucce di cui era ancora in possesso l’individuo, un italiano trentenne, domiciliato poco distante, già noto alle forze dell’ordine e che veniva tratto in arresto per “porto abusivo di armi” e “detenzione di arma clandestina”. Inoltre l’uomo veniva deferito in stato di libertà per “esercizio abusivo dell’attività venatoria ed in periodo non consentito” poiché sorpreso a cacciare, in orario notturno, in zona vietata e privo del porto d’armi per la caccia; non considerando i danni eventuali che potevano essere arrecati a terze persone.