Alla rassegna Osti vini e posti della Taverna Pane e Vino, Arnaldo Rossi ha invitato il regista e specialista dei pomodori, non mancheranno i vini di Bolsena.
Da regista ad orticoltore: la storia dell’Orto Vulcanico La Lupa, il nuovo progetto di agricoltura rigenerativa e di produzione di pomodori di Jonathan Nossiter.
E’ il 2004 quando al Festival di Cannes viene presentato Mondovino, il documentario del regista di cinema Jonathan Nossiter che racconta l’impatto della globalizzazione, delle grandi aziende e della critica internazionale sul fenomeno di omologazione del gusto che aveva colpito il mondo del vino. Il progetto si chiama Orto Vulcanico La Lupa e prende forma nel 2016, poco distante dalle rive del lago di Bolsena. “Era da tempo che mi ero messo in testa di trovare un posto dove lavorare la terra” racconta Jonathan “poi sono arrivato qui a Bolsena in località La Lupa ed è stato amore a prima vista. Questa terra era stata coltivata fino al ’62 da una famiglia di contadini che non avevano mai impiegato la chimica e poi lasciata in completo abbandono. Quando ci ho messo piede la prima volta era una jungla di rovi ed acacia, ma anche di una biodiversità stravangante. Questo luogo emanava energia vitale. Non solo erano terreni vergini, ma il tempo aveva ristabilito una fertilità incredibile”.
La scelta di Jonathan è radicale sin dal principio: scommettere su varietà antiche, recuperare semi ancestrali e fare dell’Orto Vulcanico la sede di un progetto di rispristino della biodiversità attraverso l’applicazione di un’agricoltura rigenerativa. “L’inizio per me è stato uno shock” spiega Jonathan “andavo per vivai intorno al lago di Bolsena e a Roma alla ricerca di sementi locali e trovavo esclusivamente varietà ibridate. E questo valeva anche per i vivai biologici. Da quel momento ho capito che l’Orto Vulcanico si sarebbe dovuto concentrare sulla salvaguardia delle varietà antiche: per anni, e ancora oggi, andiamo alla ricerca di semi ancestrali conservati dai contadini e dagli istituti di salvaguardia. Grazie a una rete che è diventata una sorta di vera e propria comunità oggi all’Orto Vulcanico convivono più di 120 varietà di pomodori, altrettante di cipolle e più di mille ortaggi di tutti i tipi, alberi da frutta di varietà antiche, piante aromatiche e tanto altro. Per questo abbiamo pensato di creare un semenzaio accessibile a tutti, dove non ci sarà spazio per la vendita, ma solo per la condivisione dei semi come bene comune”.