Si è svolto ieri sera a Rigutino, nel salone del centro aggregazione sociale presso le ex scuole elementari, un incontro per parlare di alcune criticità che si trova ad affrontare ultimamente questa frazione.
E’ ormai sotto gli occhi di tutti come Rigutino (ma anche le frazioni circostanti) abbia perso molti dei suoi servizi essenziali. Di recente, la chiusura di due importanti attività ha dato motivo di ulteriore preoccupazione: lo scorso aprile ha abbassato le serrande l’unico supermercato, per tutti un riferimento importante per la spesa a km zero, mentre a ottobre chiuderà la filiale di banca Intesa San Paolo.
Tantissimi cittadini hanno partecipato al momento di confronto per affrontare questo passaggio critico. In un contesto economico e sociale che sta conoscendo rapide e drastiche trasformazioni (digitalizzazione, decrescita demografica, desertificazione bancaria, chiusura di moltissime attività), si è ritenuto opportuno interrogarsi su quale futuro augurarsi per questo territorio.
Attraversare Rigutino adesso significa passare in rassegna una serie di “vuoti”: immobili in stato di precarietà (la ex filanda), numerosi fondi commerciali in attesa di una futura destinazione, incerta, ma che conoscono già una progressiva svalutazione.
Un paese che fino a pochi anni fa poteva vantare tutti i servizi di prima necessità, sta assistendo al loro progressivo smantellamento, accompagnato dall’inevitabile decadenza urbana, economica e sociale.
Con l’invito a non restare spettatori della disgregazione di una comunità, ieri sera tantissimi cittadini, commercianti, artigiani, rappresentanti delle istituzioni, portatori di interesse pubblici e privati hanno avanzato alcune proposte.
L’intento è quello di difendere la qualità della vita in un paese che non vuol ridursi a dormitorio di periferia e la quotidianità di una comunità che vuole essere reale, e non virtuale, con lo schermo di un computer come unico interlocutore e distributore di servizi.
Un primo incontro per guardare avanti.