La Corte d’Appello di Firenze ha confermato oggi la condanna all’ergastolo per Jawad Hicham, il 39enne responsabile dell’omicidio della compagna Sara Ruschi e della suocera Brunetta Rinaldi, avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 aprile 2023. La tragedia, che sconvolse la comunità di Arezzo, era stata già giudicata dalla Corte d’Assise di Arezzo, che aveva inflitto a Hicham la pena massima.
Durante il processo d’Appello l’avvocato difensore di Hicham, Maria Fiorella Bennati, aveva chiesto una nuova perizia psichiatrica ipotizzando una possibile instabilità mentale dell’imputato. Sebbene l’assenza di opposizioni da parte del procuratore generale, la Corte ha respinto l’istanza, non ritenendo necessario un nuovo accertamento. L’avvocato Bennati ha inoltre contestato l’aggravante della “stabile convivenza” tra Hicham e Sara, sostenendo che la loro relazione fosse ormai finita, ma anche questa argomentazione è stata respinta dai giudici.
La sentenza della Corte d’Assise
Il primo verdetto era stato emesso il 2 dicembre scorso. Nelle 24 pagine della sentenza, i giudici avevano descritto il contesto di progressivo deterioramento dei rapporti familiari, che avrebbe portato al duplice omicidio. Era stato evidenziato come la relazione tra Hicham e Sara fosse già in crisi da Natale 2022, con frequenti litigi e segnalazioni di maltrattamenti. La richiesta di una perizia psichiatrica avanzata dalla difesa era stata già allora respinta, poiché non vi erano prove di disturbi psicologici o neurologici gravi che potessero giustificare l’atto come frutto di un “raptus omicidiario”. I giudici avevano concluso che l’uomo agì con piena consapevolezza delle sue azioni.
La notte della tragedia
Era la notte tra 12 e il 13 aprile scorso quando si consumò il duplice femminicidio in via Benedetto Varchi, vicino a Porta San Lorentino davanti ai figli della coppia: una bimba di due anni e un ragazzo di 16. Dopo aver ucciso le due donne, l’uomo si rivolse alle forze dell’ordine confessando il crimine. Quando la polizia arrivò trovò le due vittime nella camera da letto: Sara, 35 anni, gravemente ferita, è morta poco dopo il ricovero in ospedale; sua madre Brunetta, 76 anni, era già deceduta. L’autopsia ha rivelato che Sara era stata colpita da 23 coltellate, di cui due letali, mentre Brunetta ne aveva ricevute tre. Un duro colpo per l’intera comunità di Arezzo.