Un deposito per materiali industriali e attività in corso nell’area ex Sadam di Castiglion Fiorentino

Grossi tubi, condotte e altre attrezzature industriali stanno popolando l’area dell’ex zuccherificio Sadam a Castiglion Fiorentino, dando l’impressione di un’improvvisa ripresa di attività. Un deposito di materiali che suggerisce un utilizzo legato allo stoccaggio, con tanto di numeri di riferimento e orari di apertura ben visibili per la gestione delle operazioni di scarico.

L’iniziativa sembrerebbe frutto di un accordo tra la proprietà del sito, la Gibbi Srl, e alcune ditte private, probabilmente coinvolte in interventi infrastrutturali nella Valdichiana aretina. Tra i possibili utilizzi del materiale stoccato, si ipotizzano lavori legati all’adduzione irrigua della diga di Montedoglio.

Al momento, l’ex zuccherificio si configura come un magazzino temporaneo e centro logistico, in attesa di una riqualificazione definitiva dell’area. Tuttavia, le trattative per una nuova destinazione d’uso sembrano bloccate da tempo, lasciando il futuro del sito in una situazione di stallo.

L’area ex Sadam

Un recupero al centro del dibattito

La riconversione dell’area Sadam, abbandonata da anni, è stata spesso oggetto di discussione a Castiglion Fiorentino. Il vasto complesso di oltre cento ettari, situato tra le frazioni di Manciano e La Nave, è passato nelle mani della Gibbi Srl, una società romana. Nel corso del tempo, numerosi progetti e proposte sono stati avanzati, ma senza mai approdare a una soluzione concreta. Uno dei piani più controversi fu quello relativo alla costruzione di una centrale a biomasse, poi accantonato. Successivamente, il tema è stato affrontato in diverse occasioni presso Palazzo San Michele, con il coinvolgimento del sindaco Mario Agnelli e della Commissione Consiliare istituita per seguire l’evoluzione del progetto di recupero.

L’ultimo incontro ufficiale risale a settembre 2023, quando il sindaco Agnelli e l’amministratore delegato di Gibbi, Gaetano Buglisi, hanno escluso categoricamente la possibilità di realizzare impianti ad alto impatto ambientale, sottolineando la necessità di soluzioni che rispettino il territorio. Poche altre notizie si sono susseguite. Fino ad oggi. Dopo mesi di silenzio, i recenti movimenti nell’area fanno pensare a un primo passo verso il riutilizzo dell’area, ma i dettagli della vera e propria futura destinazione rimangono vaghi. Resta da vedere quali sviluppi porteranno i prossimi mesi.