«Cava abusiva a Capolona», blitz dei carabinieri forestali: area sequestrata e quattro persone indagate

Accuse pesanti per quattro persone a Capolona, avevano chiesto di realizzare un bacino idrico per irrigare un noccioleto, ma secondo gli inquirenti hanno dato vita ad un’attività estrattiva abusiva. Per questa ragione il proprietario del terreno, il titolare della ditta e altri due professionisti sono stati indagati dalla procura di Arezzo per una serie di reati ambientali e urbanistici.

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Il Comune di Capolona aveva rilasciato un’autorizzazione alla realizzazione di uno scavo per un bacino, ma secondo gli accertamenti effettuati dagli inquirenti, l’attività si è caratterizzata come una estrazione di inerti, le terre di scavo sarebbero state lavorate in un impianto e non riutilizzate in loco, come previsto dalle autorizzazioni.

La zona è quella della valle delle Piagge che era stata oggetto di interesse da parte di una società, poi bloccata per la modifica del piano delle cave della Regione Toscana, dopo le pressioni di un comitato locale che si era opposto a questo genere di attività.

I risultati dell’operazione sono stati presentati stamani nel corso di una conferenza stampa dal comandante del Gruppo carabinieri forestale di Arezzo Col. Claudio D’Amico e alla presenza del procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi, le indagini sono state curate dalla sostituto, Laura Taddei.

LA NOTA STAMPA

Nel pomeriggio del 19 ottobre 2020 militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Arezzo, delle Stazioni CC Forestale di Arezzo e Badia Tedalda, unitamente ai CC Forestali in servizio presso la Procura della Repubblica di Arezzo e col supporto di operatore di Aeromobile a Pilotaggio Remoto (drone) del Reparto CC Parco Nazionale Foreste Casentinesi, hanno dato seguito all’esecuzione del Decreto del Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Arezzo in data 09/10/2020 che ha disposto il sequestro preventivo dell’area nel comune di Capolona (AR) in loc. Castelluccio-Lo Spicchio, ove erano in corso lavori di escavazione di un bacino presupposto ad uso irriguo in base a permesso a costruire del Comune di Capolona (AR), ma che in base alle evidenze acquisite dalla Polizia Giudiziaria e prospettate dal Pubblico Ministero Dr.ssa Laura Taddei, sono stati riconosciuti invece quale vera e propria attività estrattiva di inerti, nella stessa area già specificatamente esclusa in precedenza dalla Regione Toscana dal Piano Regionale Cave approvato il 21/07/2020.

Il G.I.P. ha disposto la misura cautelare avendo riconosciuto illegittimo il permesso a costruire emesso dal Comune di Capolona sulla base di false dichiarazioni del proprietario dell’area e dei progettisti, che avevano indotto artatamente ad eludere l’esame del caso a mezzo di V.I.A. e di conferenza di servizi, in violazione della normativa edilizia, di tutela paesaggistica ed idrogeologica.
Notificati gli avvisi di garanzia nei riguardi del proprietario dei terreni e committente dei lavori; dell’esecutore materiale dell’opera; del progettista e direttore dei lavori; del geologo consulente alla progettazione.

I militari hanno altresì proceduto al sequestro di iniziativa dei mezzi d’opera presenti in cantiere (Autocarro, escavatore, Buldozzer, Rullo compressore e Caterpillar)
L’attività di indagine era stata avviata secondo delega del Pubblico Ministero sulla base di un esposto presentato dal “Comitato civico La Valle delle Piagge” costituitosi per la salvaguardia del comprensorio del comune di Capolona.

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