Corpo minuto, energia dirompente e mani capaci di trasformare semplici oggetti in opere d’arte, questa è Marica Tribbioli: insegnante, in pensione, della scuola d’infanzia «Alverare di Foiano»; allieva del pittore cortonese Enzo Olivastri, ha diviso la sua vita tra l’amore per l’insegnamento e quello per l’arte in ogni sua forma.
Marica quando nasce la sua vena artistica?
Devo dire che nasce molto presto. Sono cresciuta in un collegio gestito da suore, un luogo austero, in cui si pregava e si imparava l’arte del ricamo e del cucito, un luogo dove i giocattoli scarseggiano. Ero piccola e come tutti i bambini desideravo dei balocchi ma non potendo averli, iniziai, a soli otto anni, a costruirmeli, utilizzando i pochi materiali che avevo a disposizione. Ecco che così uno scampolo di stoffa diventava una bambola e i noccioli delle ciliege delle meravigliose collane da indossare. Quel luogo austero e inaffettivo è stato il motore della mia creatività.
Nonostante le sue capacità artistiche ha scelto una professione diversa, infatti si è dedicata l’insegnamento. Ce lo può raccontare?
Sono stata insegnate di scuola d’infanzia per tanti anni. L’insegnamento non ha tolto nulla alla mia creatività, anzi il lavoro da educatrice mi ha permesso di esternare al massimo la mia arte mettendola a disposizione dei bambini e delle colleghe. Ancora oggi, nonostante la pensione, do sempre una mano alle maestre quando c’è da realizzare qualcosa di artistico, siano addobbi Natalizi, pitture alle pareti o realizzazione di abiti carnevaleschi per le sfilate del martedì grasso.
Ha parlato di vestiti carnevaleschi, ci racconta come è nato il suo l’amore per il carnevale di Foiano e le sue maschere?
Quando nel 73 da Cortona, la mia città natale, mi trasferì a Foiano, rimasi estasiata dalla bellezza del suo Carnevale. Non essendo una foianese di nascita, non sentivo l’appartenenza ad un cantiere in particolare, né preferivo il carro di uno rispetto ad un altro. Rustici, Nottambuli, Azzurri e Bombolo realizzavano opere così uniche e meravigliose che per un esterno era difficile schierarsi. Volevo però far parte di quell’ambiente e così misi la mia creatività a disposizione del Carnevale. Iniziai con il confezionare costumi per i miei due bambini, poi presi a creare qualcosa per me e mio marito. Gli abiti piacevano e iniziarono ad arrivare i primi riconoscimenti.
Poi cosa è accaduto?
È accaduto che a un veglione del martedì grasso al Teatro Garibaldi vinsi in coppia con mio marito la prima medaglia e iniziai a prenderci gusto. Ogni anno realizzavo abiti sempre più impegnativi e complessi e quando l’associazione del carnevale di Foiano decise di istituire il concorso del maschere, previsto per la quarta domenica di Carnevale, non mi feci scappare l’occasione. Gareggiare con maschere provenienti da carnevali antichi e famosi come quelli di Cento e Venezia era eccitante, vincerlo ancora di più.
Che tipo di materiali usa per confezionare gli abiti?
I più svariati: carta, stoffa, pasta, frutta, verdura, ortaggi, fiori… la scelta dipende dal tipo di storia che voglio raccontare attraverso le creazioni. Un anno, come denuncia all’inquinamento globale, realizzai un abito con piatti e bicchieri di plastica, che mi valse la vittoria. Per la creazione «M’illumino d’immenso», nata da un sogno, usai buste natalizie di carta d’orata; mi classificai seconda.
I suoi abiti hanno ottenuto grandi riconoscimenti anche fuori del carnevale di Foiano?
Due abiti realizzati con le pagine di due quotidiani hanno ottenuto riconoscimenti fuori Foiano. Il vestito confezionato con le pagine della «Nazione» fece molto parlare di sé tanto da incuriosire l’allora direttore del giornale, che volle venire a Foiano per ammirarlo personalmente; ci scrisse, poi, un articolo. Il vestito che realizzai con le pagine della «Gazzetta dello Sport», fu particolarmente apprezzato da Antonella Clerici quando, ospite al programma «La prova del cuoco», lo indossai.
Gli abiti sono stati mai esposti in mostre o indossati in sfilate?
I miei abiti sono stati esposti svariate volte e pure indossati in delle sfilate. Tra queste ricordo, con particolare emozione, la sfilata al teatro «Mario Spina» di Castiglion Fiorentino organizzata per fini benefici, a sostegno dei bambini della Tanzania.
So che l’associazione del carnevale di Foiano l’ha coinvolta anche nella realizzazione di alcuni decori…
Sì per l’associazione del carnevale ho decorato i due trenini che, durante le domeniche del Carnevale, portano in giro i bambini.
Dopo due anni di stop tornerà a Foiano, nel mese di giugno, il carnevale con le sue sfilate, con quale maschera si presenterà Marica questa volta?
Vorrei realizzare il costume «la Farfalla», indossato da Mietta, lo scorso anno, nella trasmissione RAI « Il Cantante Mascherato». Ricordo il costume di Mietta, molto bello e altrettanto complesso, una bella sfida! Se non fosse così non ci sarebbe divertimento.
Francesca Scartoni