Aumenta il biglietto dei treni in Toscana. Ecco le nuove tariffe

L’aumento dei prezzi non arriva in ritardo. Con l’arrivo di luglio arriva anche un nuovo rincaro sulle tariffe dei biglietti dei treni. Una tegola dei pendolari ma non è una sorpresa: era tutto previsto e scritto nero su bianco. Lo prevede il contratto di servizio stipulato nel 2019 tra la Regione Toscana e Trenitalia che comprende anche un adeguamento annuale dei prezzi dei biglietti all’inflazione corrente.

L’aumento riguarda tutti i treni regionali nella tratta interna alla regione Toscana, sia per la prima che la seconda classe, sia per adulti che per ragazzi. Il surplus annuo era stato derogato nel biennio covid 2020-2021, salvo poi tornare ad essere applicato l’estate scorsa. Il contratto tra regione e gestore del servizio sarà valido fino al 2034. E così i viaggiatori su treno da ieri hanno dovuto aggiungere qualche spicciolo in più per muoversi sui binari, come prassi da ormai decenni d’altronde.

I rincari sono nell’ordine dei centesimi per le singole corse: ad esempio per un viaggio da Castiglion Fiorentino ad Arezzo, come per tutti gli altri sotto i 20km, si passerà da 2,70 euro a 2,80: mentre per arrivare al capoluogo, da Arezzo, serviranno 9,30 contro gli 8,90 di prima. Extra da sborsare proporzionale anche per gli abbonamenti ma qui il rincaro, in termini assoluti, sarà più consistente. Per muoversi da Arezzo a Firenze occorreranno 112,60 per un abbonamento mensile in seconda classe, contro i 108 di giugno. Ecco: quasi 5 euro in più al mese per i pendolari che si spostano su treno, tra cui rientrano anche tanti studenti immatricolati all’ateneo fiorentino ma anche tanti lavoratori. Per un abbonamento Castiglion Fiorentino Arezzo serviranno 51,60 contro i 49,50 di prima; 64,10 se si parte da Camucia anziché 61,50.

La denuncia arriva dal Movimento Consumatori Toscanaz. “Tutto lecito perché è il contratto dei servizi a prevedere l’adeguamento delle tariffe regionali al tasso di inflazione ma lo stesso contratto prevede livelli di qualità non sempre rispettati come testimoniamo le notevoli denunce ordinarie fatte dai pendolari”.