“Così Arezzo viene tagliata fuori, come anche il Casentino e l’alta valle del Tevere con tutte le grandi aziende che vi insistono, la politica avrebbe sopraffatto le ragioni tecniche” commenta a caldo Domenico Alberti del comitato Sava che sta già scrivendo alla presidente del consiglio Giorgia Meloni “perché il governo approfondisca la localizzazione di Medio Etruria. Realizzare un’opera pubblica di rilancio interprovinciale non può e non deve trascurare il bene comune di tutti i territori coinvolti. La Lega, scegliendo Creti, ha violato un accordo già esistente fra due regioni e ignorato tutti gli studi tecnici. Se saltasse il banco di quest’opera, intanto necessaria in quanto a servizio di tutti, sarebbe una grave condotta di chi oggi governa questo paese.”
Medioetruria, Ghinelli: “La scelta di Creti è incomprensibile e di fatto renderà l’opera irrealizzabile”
“Apprendo con grande sorpresa che il tavolo tecnico ha indicato Creti come la soluzione più adeguata per la localizzazione della stazione Medioetruria e non volendo soffermarmi su malevoli considerazioni, peraltro già sostenute da qualche sindaco dell’Alta Valle del Tevere, mi verrebbe da dire che Creti è la scelta più giusta per non fare l’opera. Si tratta infatti di una localizzazione priva di ogni giustificazione tecnica, logistica, geografica, urbanistica, infrastrutturale, viaria ed economica, che prefigura una ipotetica cattedrale nel deserto con i coefficienti di un’opera ottocentesca. Si ricorda che Creti è fuori dallo scambio ferro-ferro, e quindi raggiungibile solo tramite auto privata in un contesto di assolutamente insufficiente infrastruttura viaria e di mancanza dei servizi necessari per renderla solo lontanamente adeguata. Oltre ad una localizzazione completamente avulsa da ogni dinamica infrastrutturale, il bacino di Creti è esattamente la metà del bacino calcolato per Rigutino e i costi di realizzazione non giustificano una scelta del tutto inadeguata. E queste sono le ragioni tecniche che tuttavia non possono mettere in secondo piano le ragioni politiche entro le quali questa scelta è maturata e che sembrano rendere le prime assolutamente subordinate alle seconde. La prima: Regione Umbria ha giocato un ruolo da impropria protagonista ai danni di Regione Toscana che invece è l’ente deputato ad avere un ruolo prioritario nelle dinamiche di valutazione e nelle conseguenti scelte di realizzazione. La seconda: si apre una frattura trasversale tanto nel centro sinistra quanto nel centro destra ma che ovviamente, per quanto riguarda il centro destra richiede una analisi approfondita del perché la parte umbra abbia avuto così peso rispetto alla parte toscana. Ultima nota di valutazione: restano tutte da spiegare le motivazioni che vorrebbero una infrastruttura così impegnativa e d’impatto in un contesto di pregio ambientale che non si presta certamente a operazioni di questo tipo, ma al contrario a valorizzazioni ambientali e turistiche. La scelta di Creti penalizza in maniera forse definitiva la crescita turistica della Valdichiana che oggi non vince la battaglia della stazione ma diventa sostanzialmente una appendice funzionale agli interessi politici umbri in un’opera che, con queste caratteristiche, non serve a nessuno”.