I Carabinieri di Sansepolcro sono riusciti a individuare i 3 uomini che lo scorso 7 marzo avevano messo in scena la truffa dei finti Carabinieri.
L’espediente è sempre lo stesso, con poche variabili: una telefonata allarmante e strappalacrime inscenata da Carabinieri (finti) avverte gli anziani presenti in casa che il proprio figlio ha causato un grave incidente stradale e che pertanto viene trattenuto in caserma. I danni provocati, a dire dell’interlocutore, che spesso si presenta come Maresciallo, sarebbero gravissimi e addirittura coinvolgono una donna incinta che sta per perdere il bambino. Ma si propone una soluzione: la cauzione. Infatti, con diverse migliaia, solitamente 10.000, il figlio trattenuto potrebbe essere liberato. Anche se non si dispone della cifra, vanno bene gioielli, orologi e quant’altro di valore.
L’anziano contattato va nel panico, il pensiero va al figlio che si troverebbe ammanettato in gattabuia, per cui l’autocontrollo viene meno e la priorità diviene trovare la somma richiesta dal falso Maresciallo, che andrà direttamente a domicilio a ritirare “la cauzione”.
E così, solo dopo avere consegnato soldi e gioielli, le vittime riprendono cognizione dei fatti e riescono ad analizzare l’accaduto, contattano telefonicamente il figlio che, per fortuna, non ha causato nessun incidente, così realizzando di essere stati truffati.
Questo è esattamente quanto è accaduto a Sansepolcro lo scorso 7 marzo, quando dei finti Carabinieri hanno prelevato una borsa con oro e gioielli per un ammontare di 50.000 €.
I Carabinieri, quelli veri, con un lungo lavoro certosino durato molte lunghe ore, sono riusciti ad analizzare tutto il traffico veicolare ripreso dalle telecamere di videosorveglianza urbana, setacciando ed eliminando le auto che in quella fascia oraria erano transitate ma che ritenevano non essere utili alle indagini. Questi dati sono stati poi incrociati con quelli delle telecamere e dei passaggi veicolari registrati dalle telecamere delle autostrade. Restringendo sempre più il cerchio è così rimasto un unico veicolo che era stato fermato da un’altra pattuglia, identificandone i tre occupanti.
Ottenute le fotografie dei soggetti e sottoposte alle vittime della truffa, sono stati immediatamente riconosciuti senza ombra di dubbio e quindi denunciati alla magistratura.
I Carabinieri – quelli reali – avvertono che la cauzione non esiste nel sistema penale italiano e che i truffatori utilizzano questo espediente grazie alla cinematografia americana, in cui spesso si vedono persone arrestate e subito liberate dietro pagamento della cauzione.