Da etichetta di origine comunitaria su tutti i cibi ad emergenza fauna selvatica: grande incontro gli 80 anni della più grande d’Italia e d’Europa.
Coldiretti Arezzo festeggia 80 anni di storia rilanciando il protagonismo contadino insieme ad un nuovo patto con i consumatori. Le parole chiave coordinate dal Direttore Raffaello Betti che, risuonano in una Casa dell’Energia gremita in ogni ordine di posto, sono trasparenza, reciprocità, dignità, meno burocrazia e legalità, insieme a lui sono intervenuti i Presidenti di Sezione della provincia ed i rappresentanti dei movimenti di Giovani Impresa e di Donne Coldiretti e dell’Associazione Pensionati. Null’altro chiedono gli agricoltori che ora guardano all’Europa, alla nuova Europa che uscirà dalle urne di giugno, con una nuova consapevolezza: è lì, nei palazzi di Bruxelles, che si giocano le partite decisive. Il tempo delle battaglie che hanno portato a risultati storici per gli agricoltori, dalla riforma agraria del 1952 alla legge di orientamento del 2001, dall’abolizione dell’Imu alla legge contro il cibo sintetico fino al progetto di Campagna Amica, è li a ricordare che nulla arriva per caso. Sono oltre 500 mila gli agricoltori che hanno preso parte alla grande assemblea diffusa di Coldiretti che si è celebrata in ogni provincia della regione per festeggiare i primi 80 anni. Uno tsunami giallo che ha messo al centro la storia ed il futuro dell’associazione nata nel 1944 per opera del “padre fondatore” Paolo Bonomi diventando la più grande organizzazione agricola d’Italia e d’Europa. Per Coldiretti si apre una nuova stagione di impegno e lotta a tutela del reddito delle imprese agricole, della salute dei cittadini e della salvaguardia del Made in Tuscany agroalimentare.
Tra i temi al centro dell’assemblea la necessità di garantire trasparenza sull’origine degli alimenti con la raccolta di un milione di firme per promuovere una legge europea che imponga l’indicazione chiara dell’origine su tutte le etichette alimentari. “Non è più tollerabile assistere a scene come quelle vissute durante la protesta al Brennero– spiega il Direttore Raffaello Betti– dove si è visto giungere prosciutti, concentrato di pomodoro, frutta e verdura che, dopo l’ultima trasformazione, diventavano sostanzialmente prodotti italiani, con le importazioni di cibi stranieri che hanno raggiunto nel 2023 il massimo storico. L’eliminazione del codice doganale per l’origine dei prodotti alimentari deve essere una priorità. Solo il cibo prodotto e trasformato in Italia può essere cibo italiano. Solo così possiamo garantire redditività alle imprese agricole. Questo è un nuovo capitolo del nostro patto con il cittadino consumatore”.
L’altra emergenza, che tocca da molto vicino le imprese agricole della provincia, è quella di proteggere il territorio dall’invasione della fauna selvatica incontrollata con la necessità di interventi immediati per salvare il patrimonio agroalimentare nazionale sempre più sotto assedio. Secondo Coldiretti sono oltre 20 milioni i danni denunciati alle coltivazioni dagli ungulati in tutta la regione. La principale calamità è rappresentata dai cinghiali con l’80% dei danni complessivi seguita da caprioli e daini. Sono complessivamente 400 mila gli ungulati nelle campagne: 200 cinghiali, 160 mila caprioli, 7.000 daini e 6.000 cervi (dati Regione Toscana). Proprio Coldiretti aveva avanzato, alcune settimane fa, alcune proposte in occasione dell’anniversario della legge 3 sulla protezione della fauna selvatica ed il prelievo venatorio per renderla più aderente al nuovo scenario. “La proliferazione di specie come i cinghiali sta mettendo a rischio le coltivazioni e la sicurezza nelle campagne – sottolinea Coldiretti – Chiediamo misure urgenti per contrastare queste minacce. Siamo pronti a dare battaglia”.
Sono state affrontate inoltre, tutte le questioni ancora aperte in Europa, legate alle richieste contro le importazioni sleali, il falso made in Italy o quella per la richiesta di un piano invasi, fino ad arrivare alla moratoria dei debiti a favore delle aziende agricole che hanno investito e che in questi ultimi due anni hanno subito l’aumento dei tassi di interesse e forti problemi reddituali. Sul tavolo anche i dossier scottanti che, grazie a Coldiretti, sono stati bloccati o rimandati come il regolamento sugli imballaggi, sul ripristino della natura e sull’uso dei fitofarmaci che avrebbe ridotto del 30% la produzione agricola. “La nostra presenza sindacale e tecnica a Bruxelles è costante e metodica. Lavoriamo fianco a fianco alle altre organizzazioni agricole per creare un fronte comune e rafforzare le nostre rivendicazioni e – conclude Coldiretti – L’invito che rivolgiamo, ai parlamentari toscani che saranno eletti in Europa, è quello di scegliere la commissione agricoltura per contare di più e smontare il becero ideologismo ambientale che ha caratterizzato l’ultimo governo. Il nostro futuro dipenderà anche dalla loro capacità di sapere fare squadra nell’interesse delle imprese agricole, della Toscana e del nostro Paese”.