Morì per una puntura al ginocchio, vent’anni dopo l’Asl è stata condanna a risarcire gli eredi per un milione di euro. La vittima è una donna che abitava nel Cortonese. Al tempo aveva 56 anni. Aveva una infezione al ginocchio e per questo fece una visita specialistica a Castel Franco Emilia dove il medico le prescrisse la somministrazione di un antibiotico da assumere in endovena.
Così fu programmato un ricovero in day hospital al reparto di ortopedia all’ospedale di Castiglion Fiorentino, all’attuale Casa della Salute. Iniziata l’iniezione la donna avvertì un bruciore al braccio che inizio a irradiarsi su tutto il corpo, seguito da difficoltà respiratorie. La donna morì dopo poche ore.
Il tribunale di Arezzo che si è pronunciato nei giorni scorsi ha evidenziato, anche attraverso le perizie tecniche, che non furono poste in essere le misure di emergenze come “la somministrazione immediata di adrenalina, ossigenoterapia ad alta concentrazione e infusione di liquidi”, si legge nella sentenza. La reazione avuta dalla paziente, secondo i consulenti del tribunale, aveva “ottime possibilità di recupero e assai bassi tassi di mortalità (pari approssimativamente all’1%)»”